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mercoledì 27 giugno 2012

Mi ano es tu bocca



"Human centipede": forse il film dal titolo più auto-esplicativo di sempre. Escludendo capolavori del calibro di "Snakes on a plane", ovviamente.
Non so voi, ma io ho affrontato la visione di questa pellicola con un unico, enorme interrogativo: "Ma che, lo farà davvero?". No, non avevo visto il trailer - a sua volta, forse il trailer più spoiler di sempre.
Spoiler che qui vi agevolo per comodità: si, si, c'è uno scienziato pazzo che crea proprio un millepiedi umano. Oddio, a dire il vero la sua creatura di piedi ne ha solo sei, essendo nata dall'unione per via chirurgica di tre poveri disgraziati. Ad ogni modo, l'audace progetto fa comunque la sua disgustosa figura.
Ora che il fulcro del film l'avete appurato, vediamo un po' come ci si arriva.
Se mi dessero un euro per ogni horror iniziato con una gomma forata, ecco, ora sarei una punkabbestia ricca. La gomma in questione stavolta è quella di due turiste americane in vacanza in Germania - le classiche polle statunitensi che gli europei guardano con superiorità, e a volte decidono di trasformare in trittico umano. Rimaste bloccate in mezzo al nulla, le due sprovvedute decidono di inoltrarsi in un bosco per chiedere aiuto laggiù, dove c'è quella casa illuminata. Suvvia: all'interno dell'unica casa costruita in un bosco dimenticato da Dio ci sarà di sicuro una personcina a modo.
Ah, indovinate: nel frattempo s'è messo a piovere!
Per farla breve, le ragazze bussano alla porta di un ex medico uscito completamente di senno. Entrano. E non usciranno più.
Naturalmente, visto che siamo in presenza di un film geniale - non l'avevo ancora detto? - questo decalogo di luoghi comuni viene squadernato in piena consapevolezza. È una sorta di occhiolino che Tom Six rivolge allo spettatore, una didascalia che recita "Lo so che state pensando solo "Daje col bisturi!". Tranquilli: mò sbrigo alla cazzo di cane 'sto incipit e iniziamo davvero". Tom Six è olandese, ma nella mia testa parla romano.
E infatti, da qui in poi accade che: le ragazze vengono sedate; al posto della cantina, l'ex medico mangiakartoffen ha una stanza operatoria e le due si risvegliano là; scoprono un terzo malcapitato, imprigionato a un lettino come loro. E il folle mette subito in chiaro le cose, con grande onestà: "Oh, guardate che il mio sogno nel cassetto è sempre stato quello di unire gli esseri umani con un bel taglia&cuci. Qui ci siete voi tre, quindi a voi tre tocca. Come potete vedere dal progetto alle mie spalle, procederò con un'unione bocca-ano. Ma tranquilli, mica vi faccio morire di fame: il primo della fila mangia e poi le sue feci sfameranno via via voialtri. Contenti?".
Pensate ci sia ironia nelle mie parole? Ricredetevi: ho citato con estrema fedeltà.
Apri qua, sutura lì, il visionario chirurgo mette alla fine in piedi - o meglio, carponi - il suo capolavoro. Dopo di che, il film è un susseguirsi di cancrene, agonie e tentativi di fuga. Per quanto siano in grado di fuggire tre persone così combinate.
Il finale non ve lo spoilero, perché merita. Preparatevi a ridere. Sempre che vi sia rimasta un po' di energia dopo tutti i conati.

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