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martedì 12 giugno 2012

Non spinga signora, per l'amor di Dio!



Ci sono persone (donne) che considerano la gravidanza l'esperienza più emozionante della vita. E loro le lasciamo a guardarsi "24 ore in sala parto" su Realtime.
Ce ne sono altre (donne e uomini) che la pensano in modo un po' diverso. Ovvero: avere una specie di Alien che cresce dentro di sé è un fatto talmente disgustoso che già solo l'idea basta a provocare le famose nausee mattutine. Ecco, io appartengo a questa seconda categoria.
Per cui condivido appieno il pensiero che deve aver ispirato questo fantastico horror francese: dove non arriva il sangue, arriva la placenta. E dov'è che arriva? Dritta dritta a colpire occhi e stomaco dello spettatore.
Ora, parliamoci chiaro: chi ama il genere avrà sicuramente notato che da un po' di tempo la Francia sta partorendo - giustappunto - dei veri capolavori horror. Ma "À l'intérieur" è un fuoriclasse, gente. Perché raggiunge un equilibrio perfetto tra tensione thriller e violenza splatter: nella prima parte del film si salta dal divano, nella seconda si salta dal divano per correre in bagno a vomitare. E difatti in Italia, dove la mamma è sempre la mamma e sulla gravidanza non si scherza, "À l'intérieur" non è mai stato distribuito. Ma tranquilli: potete comodamente vedervelo in lingua originale, anche se del francese capite solo "baguette" e "abat-jour". In questo film infatti non si parla: si urla e basta.
Tutto inizia con un incidente stradale. Due auto si scontrano: al volante di una di queste c'è Sarah, la ragazza che scopriremo essere la nostra protagonista. Incinta. Insieme al marito, che ci lascia le penne. La donna e il nascituro invece per ora si salvano. PER ORA.
La gravidanza prosegue e si arriva alla vigilia del parto. L'ultima notte da gravida, Sarah decide di passarla a casa da sola. E vabbè, questo dettaglio della sceneggiatura in effetti è difficile da giustificare. Ma noi siamo abituati a teenager che anziché pomiciare in camera loro preferiscono farlo  proprio in luoghi dimenticati da Dio, per cui non stiamo qui a razionalizzare.
Dopo un quarto d'ora di film, appare comunque già chiaro che Sarah ha fatto una stronzata. Una strana donna, inquietante come un personaggio Lynchiano, inizia ad aggirarsi intorno alla villetta della ragazza. Quindi, ricapitoliamo: è notte fonda, Sarah è sola come un cane, incinta che di più non si può e assediata da una sconosciuta. Secondo voi, c'è da aspettarsi un lieto fine?
Io dico solo: finché siete in tempo - quindi entro la prima mezzora di film - andate a fare scorta di Plasil. E una volta finita la carneficina - perché si, suvvia, non è uno spoiler: è ovvio che ci sarà una carneficina - valutate seriamente l'adozione come alternativa alla gravidanza.

P.S. A un certo punto la protagonista partorisce il neonato dalla bocca. Così, perché non vi vedevo ancora adeguatamente disgustati.

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