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mercoledì 19 settembre 2012

Come rompere tutte le regole dell’amicizia e vivere felici. L’uomo perfetto.


Quando ero alle elementari, ero innamorata di un mio compagno di classe. In realtà eravamo innamorate in molte, eh. La cosa era abbastanza destabilizzante per il povero Gianluca: immaginate 5 ottenni che ogni giorno cercano nuovi modi per avere un contatto fisico che porti al matrimonio nel cortile della scuola. Io una volta arrivai a bloccargli il polso per dargli un bacio. Sull’orologio.
Tutto questo è niente in confronto a quello che fa Lucia, Francesca Inaudi, per conquistare il suo primo amore. In sostanza, Lucia ama Paolo, ossia Giampaolo Morelli (e io non commenterò l’idiozia e la cecità totali che possono portare una donna a preferire Scamarcio a Morelli, 185 cm di uomo sormontati da quegli occhi azzurrissimi e da quel naso importante, e dalle mie parti si dice “naso che abbonda, picchio che sfonda”). Paolo è il suo migliore amico da quando sono bambini, lei lo ama da quando è un cicciobombo cannoniere e non ancora morellizzato. Lui, ovviamente, non lo sa, come non lo sa Maria, Gabriella Pession, migliore amica di Lucia, che, una volta diventato figo, non solo se lo fa, ma si fa anche promettere che se la sposerà. Una persona normale al posto di Lucia se la farebbe passare, no? Certo, se non fosse che Paolo a un certo punto se la tromba, mandando alle ortiche le teorie maxpezzaliane su regole dell’amico che non sbaglian mai e confermando la legge per cui un uomo, anche quando dovrebbe, non riesce proprio fisicamente a tenersi l’uccello nei pantaloni. Gli uomini possono andare sulla luna, montare a neve gli albumi e financo programmare una lavatrice. Ma tenersi su le mutande quando hanno già una ragazza no. Vi danno fastidio addosso? Compratele più grandi.
Detto questo, potreste voi biasimare Lucia, che pur di prendersi Paolo arriva a pagare Antonio, Riccardo Scamarcio, per fargli conquistare Maria? Si, lo so, è una stronza, gli uomini delle amiche sono più intoccabili dei paria, ma pensate se fossero state sorelle.  Visto, siete già più indulgenti. E poi, se non si incazza Maria, che diritto ne avete voi? (sì, lo so, è fantascienza. Una donna normale scatenerebbe una serie di torture che non cesserebbero manco se Amnesty raccogliesse le firme dell’intera popolazione dell’Asia)
Voi vi chiederete come possa Lucia convincere l’amica a mollare il fustone per il mezzo fustino. Semplice: istruisce Antonio sui gusti di Maria, modellandolo fino a farlo diventare il suo uomo ideale. Ed è qui che io, nonostante mi piaccia questo film, mi incazzo come un bufalo delle praterie: 90 minuti a farci credere che sì, milioni di donne con relazioni disfunzionali in cui cercano di cambiare il partner hanno una speranza di riuscita, e poi negli ultimi 5 minuti tutto in vacca, con [SPOILER] Lucia che scopre che in realtà non vuole Paolo, ma Antonio così com’è, original version insomma.
In conclusione, il film mi piace per tutta una serie di motivi: da Morelli, al fatto che la protagonista fa il mio mestiere – se ve lo state chiedendo lavora in un’agenzia di pubblicità – ed è sempre buffo vedere la versione fiction del proprio lavoro (e qui mi immagino il calvario di pompieri, poliziotti e avvocati, che da decenni non hanno tregua), dal suo essere un film prima & dopo, all’essere ambientato nella città in cui vivo, ossia Milano. Quindi per una serata senza impegno va più che bene.
C’è solo una cosa che non perdonerò mai e poi mai al regista, e che mi ripeto ogni volta come un mantra per tutti i 95 minuti di film: perché, perché, PERCHÉ hai girato “3 metri sopra il cielo”?

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