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lunedì 2 febbraio 2015

You had me at “Il pene di Michael Fassbender” – The Mindy Project

Dove eravamo rimasti?
È passato un anno. Di merda, per inciso. Ma io ho avuto un atteggiamento molto maturo di fronte ai problemi. Ho guardato serie tv, la soluzione perfetta per procrastinare la realtà e convincersi che i problemi che ci affliggono siano risolvibili.
Quindi, citando un grande interprete della canzone italiana, “ricominciamo”.
Una delle mie migliori amiche ha capito che eravamo fatte l’una per l’altra il primo giorno del master  che ci ha fatto entrare nel baratro di disperazione che è il nostro lavoro incontrare, quando durante il giro di presentazioni io ho esordito dicendo che ero a dieta più o meno dall’età di 15 anni. Sono certi dettagli scemi che ti fanno capire che hai trovato un motivo in più per uscire la sera. O per non uscire, come nel caso di “The Mindy Project”. Per me è stato questo
 
Priorità. Un esempio.
Anche io.
Una serie con protagonista una ragazza come noi: ossessionata dal cibo, che non riesce a stare a dieta, con tendenze allo stalking e sconvolta per sempre dalla visione di “Shame”.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Mindy è una ginecologa che vive a New York. Lavora in uno studio con altri due, che nel corso delle stagioni diventeranno tre, medici. Con uno di loro ha un rapporto molto conflittuale, genere Elizabeth & Darcy. Ovviamente è quello di cui si innamorerà (no, non è uno spoiler, è una cosa che capirete fin dalla prima puntata).
The Mindy Project è questo: un chick flick che invece di durare due ore, va avanti – a oggi – per 2 stagioni e 13 episodi.
C’è tutto quello che serve per indurre un serio caso di binge-watching:
a) Una cabina armadio. E sì, è più grande di quella di Carrie Bradshaw.
b) Decine di borse Chanel. Dico davvero. Ho smesso di contarle. Di qualsiasi colore e dimensione.

c) Ragazzi. Tanti, belli, e tutti desiderosi di uscire con una che, come avrete notato, non è propriamente Eva Green. Anche perché Mindy Kaling è protagonista e autrice, e se io avessi la fortuna di scrivere e recitare nella mia serie, passerei ogni puntata a limonare a turno con Fassbender, Gosling e Pattinson.
Chiamala scema.

d) Ha – almeno per ora – il lieto fine. E lo so che a volte abbiamo soltanto voglia di vedere storie che finiscono male per abbandonarci alla disperazione più bieca, al pianto più sfranto e ai cibi più citati nelle top ten delle cause di infarto. Ma “Girls” c’è una sola sera a settimana, quindi dobbiamo trovare qualcosa da fare per i restanti sei giorni.
e) Mindy è ossessionata dalle commedie romantiche, come noi, per cui si crea quello speciale rapporto che è così comune in gruppi di persone che condividono la stessa passione, come gli alcolisti anonimi.
f) Fa ridere. Che è quello che conta davvero. Non posso mettervi lo screenshot di ogni puntata, quindi dovrete fidarvi. Fa ridere per come rovescia e rende ridicole situazioni molto romantiche. Fa ridere perché le battute sono ben scritte. Fa ridere perché vedere le follie che mettiamo in atto quando siamo alla ricerca di un fidanzato – e anche quando lo abbiamo trovato – ci fa capire che non siamo le sole a farlo. E dà al nostro cervello la giustificazione per continuare a comportarci nelle maniere più ignobili e irrazionali che riusciamo a trovare.

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